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giovedì 5 giugno 2014

> 5 giugno 2015: Giornata mondiale per la difesa dell'Ambiente


REGENTROPFEN
UN’ALTRA EUROPA SIGNIFICA UN’ALTRA AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE, NON SOLO IN EUROPA 
Riccardo Petrella
Professore emerito dell’Università Cattolica di Lovanio(B). Candidato alle elezioni europee nella lista Tsipras circoscrizione Nord-Est
   
Nutrire il Pianeta (nel 2050 la Terra sarà abitata da più di 9 miliardi di esseri umani) è il tema dell’EXPO 2015 a Milano. Speriamo che essa non si risolverà principalmente in una grande fiera commerciale inneggiante alle nuove tecnologie salvatrici ed alle grandi catene mondiali del “new global food”.
  Abbiamo invece bisogno di costruire un’agricoltura fondata sulla simbiosi tra gli esseri umani e la terra, la “Madre Terra”. A tal fine, il governo giusto, sostenibile e partecipativo dei nessi tra acqua, abitato, agricoltura, cibo, salute, energia e ricerca/conoscenza è il punto chiave critico di un ben vivere insieme globale, a partire dalle comunità locali.
 Le proposte che seguono sono ormai “patrimonio comune” di coloro che credono nell’uguaglianza tra tutti gli esseri  umani rispetto al diritto universale alla vita ed alla responsabillità di noi tutti verso la vita del e sul Pianeta. 

UN’ALTRA EUROPA SIGNIFICA UN’ALTRA AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE, NON SOLO IN EUROPA


Propongo di portare il mio contributo ai seguenti obiettivi: 
Ritrovare la funzione alimentare dell’agricoltura in sintonia con la priorità della concretizzazione del diritto universale al cibo 
Non è accettabile che ci siano ancora più di un miliardo di esseri umani che soffrono la fame e più di 1,2 miliardi di persone cronicamente malate per malnutrizione/iperalimentazione.
 A tal fine
  • occorre che l’Unione europea riconosca la funzione fondamentale dell’agricoltura contadina per la produzione alimentare per la popolazione locale, e prenda le misure necessarie per capovolgere la priorità oggi data alla produzione agricola per l’esportazione.  La popolazione contadina dell’Unione europea riguarda ancora più di 120 milioni di persone. Come mostra il rigoglio e successo di iniziative di nuovi imprendi tori rurali giovani,  il futuro dei contadini europei non sta nella loro decimazione e  sparizione.  Specificatamente, l’Unione europea deve  fissare delle  regole precise per assicurare a tutti i contadini e lavoratori agricoli dell’Europa centrale ed orientale l’accesso giusto, comune e responsabile alla terra, salvaguardando e rafforzando paritempo  l ‘agricoltura contadina negli allri paesi dell’UE;
  • favorire i processi di ridimensionamento delle imprese agricole e delle imprese agroalimentari al fine di ridare spazio e ruolo alle attività di produzione,   distribuzione, ricerca, formzione radicate nei vari territori “locali” e non solo in “grandi” e potenti”  “centri mondiali” a tendenza oligopolistica. Le conoscenze, le attitività di ricerca e d’insegnamento devono essere deconcentrate e ri-pubblicizzate.
  • ridurre la  stretta dipendenza delle attività agricole dal finanziamento di soggetti finanziari privati attivi sui mercati finanziari internazionali, e quindi, dalla  sottomissione alla valutazione degli standards strettamente finanziari (rendimento), L’Europa deve reinventare la finanza pubblica locale per l’agricoltura. Lasciare il divenire dell’agricoltura in mano alla finanza capitalistica privata significa condannare ulteriormente la funzione alimentare dell’agricoltura al suo asservimento alla soddisfazione dei “bisogni” e gusti” di cibo, da un lato, per i consumatori più ricchi delle città più ricche del mondo e, dall’altro,  per i consumatori globali di massa a basso costo ed alto rendimento per il capitale;
  • ri-inventare le imprese agricole e rurali di tipo cooperativo e mutualistico, in controcorrente alla loro  trasformazione in imprese capitalistiche  attive sui mercati  internazionali,   governate anch’esse dall’obiettivo della competitivà e del rendimento i finanziario. Ridare spirito ai principi del cooperativismo e del mutualismo costituisce , specie nelle regioni della circoscrizione del Nord-est, una formidabile riconquista della funzione sociale, collettiva ed ambientale del lavoro agricolo e delle attività rurali;
  • modificare la direttiva eruopea 98/44 sulle sementi, eliminatndo il diritto di proprietà privata sui semi e promuovendo la costituzione di comunità bioagricole territoriali cui affidare la salvaguardia e la promozione della diversità del capitale biotico comune;
  • l’Unione Europea deve abbandonare il sostegno alla produzione di agro-carburanti industriali, favorendo al contrario, su scala locale e dell ‘impresa agricola e contadina, l’uso della biomassa al di fuori di una strategia di produzione di surpluses per la vendita e mirando alla riduzione  generalizzata del trasporto dei prodotti agricoli.
  • Riabilitare il nesso di garanzia e sicurezza tra agricoltura, ambiente e salute. L’agricoltura industriale intensiva ha trasformato le attività agricole in una delle principali cause della predazione e devastazione della terra e dell’ambiente senza parlare dello spreco del  cibo, un vero e proprio scandalo mondiale. Inoltre ha radicalmente modificato le basi della sicurezza e della sovranità alimentari, permettendo lo sviluppo di sistemi agricoli (“i mercati agricoli”) altamente instabili ed insicuri. 
A tal fine,
  • è urgente che l’Unione europea adotti le misure  necessarie per promuovere decisamente e generalmente l’agricultura biologica, vietando le produzioni agricole geneticamente modificate su basi industriali e private. Applicare il principio della libertà agli Stati di decidere in materia, lascia molte perplessità  e non  è suffficiente.
  • E’ importante che il nuovo Parlamento Europeo mantenga il  rigetto da parte dell’attuale Parlamento del 13 marzo scorso della proposta di direttiva  sul materiale vegetale;
  • le disposizioni europee in materia di instabilità ed insicurezza dei mercati finanziari agricoli devono essere ampiamente rafforzate nel senso di andare oltre  la soluzione adottata dalla Commissione Europea di meglio regolare l’auto regolazione dei mercati finanziari dei prodotti agricoli. A mio parere la soluzione più coerente ed efficace è di togliere ai mercati finaziari il potere di fissazione del prezzo dei prodotti atricoli. Non si puo’ lasciare alle transazioni speculative delle Borse del grano, del riso, del mais.... il potere di decidere del valore di uso di derrate alimentari cosi essenziali ed insostibuibile per la nutrizione di base  come il grano, il riso....L’Europa deve invertire la tendenza;
  • parimenti, l’Unione europea dve rivedere le scelte politiche in materia di commercio agricolo perseguite nel corso  degli ultimi venti anni ben diverse da quelle applicate nel contesto delle Convenzioni  di Lomé e di Yaoundé ispirate dalla ricerca di una cooperazione solidale dell’Europa verso i paesi d’Africa, dell’America latina e dell’Asia;
  • occorre sostenere la produzione e l’utilizzo dei prodotti locali, di stagione, di qualità, favorendo i legami tra cittadini, collettività locali  e produttori di cibo, nel contesto dii una trasparenza  strutturale lungo tutta la filiera alimentare  e sanitaria al fine di  garantire la sicurezza di approvvigionamento e la stabilità dei costi e dei prezzi. A questo riguardo, le forme cooperative e mutualistiche hanno un ruolo determinante da svolgere.

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