Digiuno: perché – don Albino Bizzotto
non è un colpo di testa, ma una decisione maturata per accompagnare le iniziative che a Padova
vengono attuate anche in risposta all’atteggiamento di chiusura del Sindaco verso quanti sono disponibili a offrire appartamenti per l’ospitalità ai profughi. Inoltre questo il digiuno vuole rimettere alla ribalta la necessità di scelte politiche che rispondano immediatamente alla situazione gravissima del pianeta. Il testo, qui di seguito, contiene le motivazioni e anche gli obiettivi.
Se qualcuno desidera partecipare o allargare e comunicare agli altri l’iniziativa comunichi la sua adesione e come intende divulgarla con le sue reti e i mezzi di comunicazione.
Grazie e buon lavoro a tutti.
don Albino
Ognuno di noi ha sperimentato momenti di verità sulla propria vita. Ognuno si conosce come soggetto originale e irrepetibile, ma sa anche quanto la sua vita si spiega e dipenda dalle relazioni con gli altri. A ognuno di noi potrebbe essere toccata la sorte di qualsiasi altra persona vivente oggi nel mondo.
- Per affrontare tutte le situazioni, anche le peggiori, quelle devastanti e impossibili, non abbiamo altro a disposizione che la nostra umanità.
vengono toccati i nostri spazi, abbiamo anche resistenze e disponibilità diversificate.
- Oggi tutti, buoni e cattivi, miserabili e benestanti, siamo di fronte a una urgenza, i cui tempi non sono in mano nostra e che si presenta con una gravità da metastasi: è l’emergenza Terra; a rischio reale, anche se nessuno ci pensa, è la vita di tutti. La terra è primaria, noi derivati; quindi prima di tutto la terra e le sue esigenze, poi noi.
- Il digiuno si pone come sentire e vivere sulla propria pelle le condizioni di quanti nel quotidiano non possono soddisfare nemmeno i bisogni elementari per la sopravvivenza: una solidarietà spicciola ma impegnativa.
- Inoltre, da una posizione di estrema debolezza, il digiuno diventa la più forte implorazione rivolta a ogni persona, comunità, associazione, organizzazione perché ciascuno condivida e risponda in proprio, con la sua libertà e con le sue decisioni, a queste due grandi necessità. Come dire: senza di voi non son capace di fare niente. Più che manifestare per l’altra città, vorrei con tutti manifestare, operare e camminare per una città altra.
Non chiedo solidarietà personali, ma semplicemente trovarmi in cammino con quanti più possibile, sempre riconoscente per l’umanità che ciascuno mette a disposizione ogni giorno.
Per questo “Restiamo umani” “Diventiamo terrestri”.