L’agonia della Terra è la nostra agonia - Monastero del Bene Comune

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mercoledì 22 aprile 2020

L’agonia della Terra è la nostra agonia


Giornata Mondiale della Terra

L’agonia della Terra è la nostra agonia



22 Aprile 2020 Laura Vicuña

In una sorta di lettera aperta a Madre Terra, Laura Vicuña Pereira Manso, missionaria brasiliana del Consiglio indigenista missionario, descrive l’enorme grido di dolore del pianeta, a partire dalla foresta amazzonica.

popoli amazzonici sono i custodi di una cultura millenaria e di un insegnamento sacro, ricevuto dai loro antenati: “la terra è madre e grembo della vita”. Siamo cresciuti imparando che la terra, l’aria, le acque, la foresta sono sacre e piene di fascino. “Senza aria e acqua pulita non possiamo vivere, non possiamo esistere senza le foreste”.
Ogni essere creato ha il suo spirito, la sua vita e la sua storia che dobbiamo rispettare. Abbiamo la responsabilità di curare e amare questo immenso territorio, con le sue acque, foreste, fauna, colori, conoscenze e sapori.
La terra è come il sacro grembo del creatore, del Grande Spirito che genera tutte le possibilità di vita che esistono in questa Casa Comune. Questo sacro grembo ha generato figli e figlie, che sono nati e cresciuti con la libertà di scegliere “vita o morte”. Ma con il passare del tempo, questi figli e figlie si sono allontanati dalla fonte della vita e hanno perso il contatto con la loro realtà più profonda, e con il Creatore di tutti gli esseri viventi.
L’Amazzonia brucia
L’Amazzonia, la più grande foresta del mondo, nel 2019 ha perso 9.762 km² di boschi con la deforestazione, intensificata da incendi criminali che hanno registrato 89.178 focolai solo in Amazzonia. Come sarebbe la Casa Comune se la foresta pluviale amazzonica scomparisse con il saccheggio delle sue foreste? Avremo un immenso deserto senza possibilità di vita, con conseguenze catastrofiche in tutto il mondo.
L’anno 2019 è stato caratterizzato da intensi incendi in tutto il pianeta: dall’Australia alla California, dall’Amazzonia all’Africa. Fuoco che ha bruciato le viscere stesse di Madre Terra, per l’avidità di pochi che determina la miseria di molti. In Sud America c’è stata la più alta incidenza di incendi degli ultimi nove anni. Vaste aree di foresta sono state abbattute, clandestinamente, per la vendita, anche quella clandestina, di vasti lotti di terra a multinazionali e a grandi proprietari terrieri.
Questi incendi non sono naturali, sono stati provocati. In Brasile, gli incendi boschivi sono politicamente motivati da loschi interessi economici. L’Amazzonia è stata al centro dell’interesse mediatico a causa della grande quantità di fumo e di anidride carbonica prodotti che hanno trasformato il giorno in notte. Allora io mi chiedo: è sviluppo rimanere senza aria pura da respirare?
Non ci siamo resi conto dell’agonia e della morte silenziosa della terra. Molti di noi sono rimasti a guardare, anestetizzati, il distacco della terra dai suoi figli e figlie: “qualunque cosa fanno di male alla terra, sarà fatta ai figli e alle figlie della terra”.
Madre Terra agonizzava in silenzio, senz’aria, e non c’erano respiratori artificiali per alleviare questa grande agonia. Non ci siamo resi conto della profondità di tale dolore e non abbiamo pianto per la sua inutilità.
Aria, soffio di vita
L’aria è molto preziosa per noi, perché soffia il suo spirito in tutte le cose e in tutti gli esseri viventi. Il soffio vitale della vita è stato generato all’interno delle grandi rocce e si è diffuso in tutti gli angoli della terra, in modo che gli esseri viventi potessero avere il soffio della vita e il respiro dei grandi venti.
Madre Terra ha visto l’aria della vita che correva attraverso le colline e le pianure, i mari, i fiumi e i ruscelli, fino a ogni angolo remoto e alle profondità di questa Casa Comune che abitiamo. La vita è arrivata, portando il respiro delle mattine di ogni giorno che nasce.
La terra piange
Siamo arrivati nel 2020 e Madre Terra, soffocata da tanti fumi tossici, inquinamenti ed emissioni di anidride carbonica, grida inconsolabilmente l’agonia di tanti figli e figlie che senza l’alito vitale, senza l’aria che li fa vivere, agonizzano anch’essi sul letto di morte, lontani dalle persone che amano. Soffrendo solitudine e silenzio fino all’ultimo respiro.
Siamo stupiti da ciò che sta accadendo nel mondo: un piccolo virus che ci porta a ripensare tutto ciò che siamo e che abbiamo…
L’isolamento sociale a cui siamo costretti ci ha fatto capire quanto sia importante e indispensabile il contatto con le persone, soprattutto quelle che amiamo. Capiamo ora quanto sia importante fermarsi, per imparare a sentire quanto siano importanti nella nostra vita.
Il dolore della gente e l’agonia delle persone infettate da Covid-19 ci fa riflettere sull’importanza del rispetto della terra, dell’acqua, dell’aria e delle foreste. Sull’importanza della cura della nostra Casa Comune.
Proseguiamo impotenti… In questo viaggio che stiamo vivendo, abbracciamo la speranza che tutto si ricrea e si rinnova. Nell’attesa fiduciosa del ritorno del grande respiro creativo e vitale.

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