Meditazione domenica XXIVa B - Monastero del Bene Comune

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sabato 14 settembre 2024

Meditazione domenica XXIVa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Vietnam, cresce il numero delle vittime del tifone Yaghi. Attualmente sono 197 i morti e 128 dispersi a causa delle ingenti inondazioni e delle conseguenti frane provocate dall'uragano. 

Il Myanmar chiede aiuti esteri dopo le inondazioni. Nel Paese si contano oltre 235 mila sfollati. 

La malnutrizione acuta infantile è una piaga che affligge l'Afghanistan da decenni ha oramai raggiunto un livello senza precedenti con 3,2 milioni di bambini che lottano per la vita. 

Raid israeliano fa strage a Khan Younis, decine le vittime, Un nuovo attacco di Israele su un campo profughi a sud della Striscia ha provocato, secondo fonti palestinesi, almeno 40 morti e decine di feriti, oltre a numerosi dispersi.

Tanzania: sequestrato e torturato a morte l’oppositore Mohamed Ali Kibao il cui corpo è stato rinvenuto la mattina del 7 settembre alla periferia di Dar es Salaam con evidenti segni di tortura. Almeno cinque attivisti vittime di sparizioni forzate negli ultimi tre mesi.

Congo: oltre 21.000 casi sospetti di Mpox, 700 i morti. Mentre il numero di casi di Mpox continua ad aumentare nella Repubblica Democratica del Congo, l'Unicef sta intensificando il suo sostegno al governo per proteggere e salvare le vite dei bambini sotto i 15 anni, che rappresentano circa il 60% dei casi sospetti e l'80% dei decessi di quest'anno.

Crolla diga nel Borno in Nigeria, 30 morti e un milione di sfollati. 

58 minorenni ancora detenuti in Venezuela dopo presidenziali. Tra loro disabili che non hanno partecipato a marce anti Maduro.

Crisi abitativa: fino a 7 anni di carcere per chi occupa un immobile. L’ordinamento, passato l’11 settembre, alla Camera, rischia di infierire sulle persone socialmente vulnerabili, colpite da anni di emergenza alloggiativa.  

Ancora una morte sul lavoro in provincia di Brescia. Si tratta della seconda vittima in poche ore. In una carpenteria è deceduto un uomo di 49 anni.

Armi nucleari, spesi oltre 91 miliardi di dollari all’anno. “Inaccettabile”. 

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Sono stati annunciati a Milano i quattro studiosi che riceveranno il Premio Balzan 2024, che ogni quattro anni circa assegna il premio "per l'umanità, la pace, la fratellanza fra i popoli"… “Le ricerche dei premiati annunciati contribuiranno alla comprensione del mondo e della società umana, in un processo di acquisizione continua di sapere, nella convinzione che la scienza deve offrire sempre soluzioni sostenibili ai problemi dell’umanità”.

A Castel Volturno un centro polifunzionale voluto dai Comboniani. Si tratta di un progetto presentato dall’associazione Black and White, per la costruzione di un centro sportivo polifunzionale, un’area di circa tremila metri quadrati, che oltre a iniziative sportive organizzerà iniziative di natura culturale (musicale, artistica e teatrale) in un’area in cui non vi sono servizi comunali né altre presenze che portino sollievo e sostegno alle migliaia di persone residenti.

L’Africa vincente delle paralimpiadi. Il continente si è fatto notare per il numero di vittorie e di record battuti. Con una prevalenza di successi al femminile. Come quello della nigeriana Mariam Eniola Bolaji, prima africana a vincere una medaglia nel badminton.

Oxfam consegna centomila firme per tregua a Gaza alla Farnesina
Chiesta interruzione dell'invio di armi a Israele.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…





Donaci, o Padre di comprendere chi è veramente importante ai tuoi occhi:

forse la più umile madre che accetta la morte del figlio ucciso per la giustizia,

forse un uomo pio, senza nome, che riesce a perdonare ai suoi sfruttatori

e quanti continuano in silenzio la tua passione pur combattendo contro ogni oppressione: Dio non lasciarci mai privi di questi anonimi servi di Jhwh. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

Is 50,5-9    Giac 2,14-18

Mc 8,27-35


27 Poi Gesù uscì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28 Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29 Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

31 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32 Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

34 Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.




***

32 Faceva questo discorso apertamente.

Il nostro brano rappresenta il giro di boa del racconto marciano: d’ora in poi, il segreto che Gesù richiedeva riguardo la sua persona scomparirà; le cose che riguardano Gesù saranno, invece, sempre più chiare per il discepolo. Quando il centurione poi, sotto la croce, proclamerà “veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, l’identità del Cristo risplenderà in tutta la sua pienezza.

Ciò che precede il testo è il racconto della guarigione del cieco di Betsàida. Ciò che avviene successivamente è costituito dalle condizioni che Gesù pone alla folla e a chiunque lo voglia seguire. L’insieme quindi di questa parte del Vangelo di Marco dovrebbe, a grandi linee, aiutarci a vedere (guarigione del cieco) chi veramente è il Cristo per poterlo seguire.

Due parti sono chiaramente distinte per i contenuti: il dialogo di Cesarea con la relativa risposta di Pietro e l’annunzio di quello che accadrà a Gerusalemme. Le due parti distinte sono però intimamente connesse tra loro in ragione dell’antitesi che oppone il pensiero di Gesù a quello di Pietro, il quale si fa portavoce del gruppo dei discepoli. In altre parole, anche questo contrasto tra Gesù e i suoi (rappresentati da Pietro) è per lui un’occasione di chiarificazione.

Esiste una duplice domanda circa l’identità: una che riguarda il pensiero della gente e un’altra quello dei discepoli. “Voi chi dite che io sia…”. “Da voi mi aspetto qualcosa di diverso”. Il Doppio interrogativo fa da specchio al doppio intervento terapeutico di Gesù sul cieco, progressivamente giungerà ad acquistare la vista così anche Pietro e i discepoli: progressivamente giungeranno alla comprensione del Cristo. Il versetto 27 infatti comincia con la parola “uscì”. E con lui uscirono anche loro. Lui e loro sono usciti dalla ideologia religiosa che aveva già definito nei suoi dogmi l’identità del messia come messia di successo. Adesso che sono usciti, dovrebbero vedere le cose in modo diverso da quello scontato dell’apparato religioso dogmatico tradizionale, quindi, cosa pensano?

La risposta di Pietro, quale porta voce del gruppo, non tarda a farsi sentire. È una risposta vera ma i contenuti che egli e gli altri attribuiscono alla parola “messia” corrispondono a quelli che intende il Maestro? Hanno bisogno di percorrere ancora del cammino di purificazione.

Dalla reazione di Pietro di fronte al primo annuncio di passione di Gesù, risulta chiaro che la sua confessione è sì sincera, ma non autentica. Il messia, come lui lo intendeva, non era quello in cui si autoidentificava il Signore. Per Gesù, il Messia è il Servo, colui che salva l’umanità nella difficoltà di fronte alla vita, facendosi carico delle difficoltà, del dolore, delle ferite e dell’oppressione che l’umanità soffre e subisce (vedi prima lettura). Altro che messia di successo!

Da un rapido confronto tra le due parti del testo rileviamo che dopo la confessione di Pietro, Gesù raccomanda ancora il silenzio dopo la dichiarazione di Pietro, ma, una volta messo in chiaro l’insegnamento circa il suo destino di servo sofferente a Gerusalemme, il discorso viene fatto apertamente. Al segreto, quindi, segue lo svelamento, la luce progressiva.

Gesù impone il silenzio quando il suo messianismo può essere frainteso con un messianismo di trionfo e di potere, perciò c’è bisogno di non dire troppe parole per comprendere, semmai, sarà l’esperienza di vita a rivelarne l’identità. Al termine infatti, Pietro, che a questo punto rappresenta davvero tutti noi, non viene cacciato via, come superficialmente alcune traduzioni sembrano far credere (“Lungi da me, Satana!”), ma, nonostante l’epiteto di Satana, Pietro viene invece ricollocato al suo posto di discepolo: “Va dietro a me!”. Stare dietro a Gesù è il posto che gli spetta e che spetta anche a tutti noi.

In definitiva, mi sembra che questa parola ci inviti ad avvicinarci a Gesù per scoprirlo “Progressivamente”, così come ad ognuno è dato di farlo. Gesù accoglie e rispetta i tempi della nostra maturazione ed esperienza. Ci vuole tempo per attraversare l’oscurità e abituare lo sguardo. Addirittura possiamo avere idee sbagliate sul suo conto. È importante che non ci attestiamo su forme stereotipate e scontate (Gesù moralista, o espressione dogmatica o strano o Adone dagli occhi azzurri …). Quello che possiamo comprendere di Gesù passa attraverso un’esperienza vitale, un coinvolgimento che può avere dei costi da pagare (portare la propria croce), un guardare seriamente in faccia alla vita con i suoi interrogativi profondi, un misurarsi con la grandezza del suo amore per l’umanità e per ciascuno; in una parola, attraverso il cammino del discepolato.

Salmo 114

Amo il Signore, perché ascolta

il grido della mia preghiera.

Verso di me ha teso l’orecchio

nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte,

ero preso nei lacci degli inferi,

ero preso da tristezza e angoscia.

Allora ho invocato il nome del Signore:

«Ti prego, liberami, Signore».

Pietoso e giusto è il Signore,

il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge i piccoli:

ero misero ed egli mi ha salvato.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,

i miei occhi dalle lacrime,

i miei piedi dalla caduta.

Io camminerò alla presenza del Signore

nella terra dei viventi.


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