Meditazione domenica XXVa B - Monastero del Bene Comune

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sabato 21 settembre 2024

Meditazione domenica XXVa B

                                                            

 Ricordiamo davanti a te, o Signore

Restano ancora estremamente incerti i numeri delle vittime provocati nelle ultime ore dai raid israeliani sul sud di Beirut. Le vittime sarebbero tre, 17 i feriti, tra loro anche cinque bambini.

Ennesima tragedia del mare nei pressi di Ambleteuse. A ribaltarsi un barcone carico di persone, alcune donne e minori diretto verso l’Inghilterra. È di otto morti il bilancio delle vittime.

Lesotho: torture e abusi durante l’Operazione Hard Fist. La denuncia di Amnesty International contro le forze di difesa del Lesotho, durante un'operazione lanciata per combattere la criminalità armata. In particolare, tra il 13 e il 16 agosto 2024, quattro uomini della città di Leribe sono stati arrestati arbitrariamente e successivamente torturati dai militari. Il 12 settembre è emerso un video che mostra i soldati mentre frustano brutalmente alcuni degli uomini arrestati. Nello stesso giorno, due pastori sono stati uccisi mentre erano in custodia, e un leader locale è stato gravemente aggredito.

I bambini in età scolare tra i 5 e i 19 anni rappresentano ora il 33% dei casi di mpox (vaiolo delle scimmie) in Burundi, delineando una nuova sfida mentre le famiglie si preparano per l'imminente anno scolastico.

Almeno 40 civili sono stati uccisi domenica in un attacco dei paramilitari delle Rapid Support Forces (Rsf) contro un villaggio del Sudan centrale. Dal 15 aprile 2023 il Sudan è sconvolto da un violento conflitto tra le Forze armate sudanesi (Saf) e le Rsf (forze paramilitari), con almeno 16.650 morti e milioni di sfollati.

L'ong Osservatorio venezuelano sulle prigioni ha chiesto il rilascio immediato degli adolescenti ancora in carcere in Venezuela per aver partecipato alle proteste post-elettorali del 28 luglio.

La grave siccità che sta colpendo le regioni meridionali del Brasile, la Bolivia e il Paraguay, oltre a provocare la peggiore ondata di incendi mai registrata nella regione si sta ripercuotendo in modo pesante anche sulla navigabilità dell'idrovia Paraguay-Paranà, arteria di 3.400 km che consente l'esportazione di milioni di tonnellate di prodotti agricoli di questi Paesi.

Le inondazioni e le frane provocate dal tifone Yagi hanno devastato il Vietnam, la Birmania, il Laos e la Thailandia, colpendo quasi 6 milioni di bambini e compromettendo il loro accesso all'acqua pulita, all'istruzione, all'assistenza sanitaria, al cibo e a un riparo, spingendo ulteriormente in crisi comunità già emarginate.

Una regione sott'acqua: un'altra alluvione in Romagna: 2.500 evacuati. Dopo un anno e mezzo dal terribile maggio 2023 le zone alluvionate della Romagna e del Bolognese hanno rivissuto gli incubi di quei giorni.

In attesa dei sì dei singoli Paesi, l'Eurocamera sul dossier ha fatto da avanguardia. Il paragrafo 8 della risoluzione "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". 

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Assisi. «Noi in marcia perché la pace non si arrende». In tremila da Santa Maria degli Angeli ad Assisi in Marcia "per difendere la pace, contro la guerra e contro il riarmo". Molte le scuole e le università presenti, insieme ai sindaci dei Comuni per la pace. "Questa manifestazione era necessaria perché sentiamo il dovere di rompere il silenzio e l'inazione che circonda le stragi quotidiane di persone trattate e uccise peggio degli animali"

A Monterrey, capitale dello Stato messicano di Nuevo León, si svolge in questi giorni il 19mo vertice mondiale dei premi Nobel per la pace, dal titolo 'Pace per il progresso'. il rapporto tra la pace e il progresso è importante, poiché "la pace è la più alta aspirazione dell'essere umano".

“La pace non si aspetta, si prepara!”: a Bologna la terza edizione del Festival nazionale del Servizio civile. Con questa edizione vogliamo ribadire la scelta di non delegare ad altri la promozione della pace, assumendoci la responsabilità di costruirla nel quotidiano in quanto cittadini che hanno a cuore il bene comune. Con il Servizio Civile lo facciamo ogni giorno, in tanti modi

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Libera, o Signore, la tua Chiesa da ogni desiderio mondano di potere. Aiutaci a vivere relazioni fraterne, gratuite e libere. Insegnaci il gusto evangelico di servire la gioia dell'umanità rimanendo fedeli all'ultimo posto.




Sap 2,12. 17-20  Giac 3,16-4,3


Mc 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea,

ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.

Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao.

Quando fu in casa,


chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».

Ed essi tacevano.

Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.

Sedutosi,

chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino,

lo pose in mezzo a loro e,

abbracciandolo, disse loro:

«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

***

L'autore della prima lettura (il libro della Sapienza) si rivolge ad una comunità ebraica che, vivendo nella diaspora, rappresenta una minoranza, non solo numerica, anche culturale, rispetto al pensiero e alla tradizione religiosa circostante.

Il pensiero dominante che circonda questa comunità è il seguente: La vita è fuggevole, svanisce, non ne rimane che una esalazione vaporosa. Pertanto, cerchiamo di viverla spregiudicatamente, sfruttando tutte le occasioni per trarne vantaggio e piacere. L’ego prima di tutto e vinca il più forte.

La piccola comunità giudaica, radicata invece nella Parola, rappresentava un'alternativa a questa visione delle cose. Da un certo punto di vista, appariva come l'espressione della debolezza, della vulnerabilità.

  • Tendiamo insidie al giusto, che per noi è di incomodo e si oppone alle nostre azioni.

  • Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti.

  • Condanniamolo a una morte infame.

In realtà, pur nella dimensione di gruppo minoritario, la comunità giudaica è consapevole che tutte le scelte di sfruttamento e di prevaricazione sono fondate solo sulla paura, paura della vita che sfugge di mano. È la paura di chi non conosce la promessa di Dio e non sa che la vita custodisce un segreto di bontà, di bellezza, di giustizia e di dignità.

Chi invece sa che nel cuore di ogni essere è posto il germe del regno, non teme nemmeno di dare la vita. Dare la vita è una ragione di vita.

Gesù da che parte sta?

Il brano evangelico di Marco è chiaramente composto in due parti: una all'aperto, durante il cammino (vv. 30-33) e l’altra in casa (vv.34-37)

La parte che riguarda il cammino, apre con una coordinata di spazio: “Partiti di là attraversavano la Galilea...” e chiude l'inclusione con “Giunsero a Cafarnao.” In questa inclusione, Gesù annuncia per la seconda volta la passione che lo attende e i suoi reagiscono col silenzio per paura di approfondire il discorso.

Nella seconda parte, quella della casa, avviene l'interrogazione ai discepoli circa la loro discussione e Gesù, abbracciando e mettendo al centro un bambino compie un gesto profetico- parabolico a cui seguono delle dichiarazioni assai importanti per la comunità cristiana.

Siamo dunque in una situazione di cammino: “Partiti di là...ma egli non voleva che alcuno lo sapesse”. È un “ma” avversativo. Stanno camminando, ma il loro cammino non sarà facile. Devono comprendere certe cose che, per la comunità cristiana, sono di importanza decisiva.

La difficoltà evidente, ma non l'unica, è esplicitata da Gesù in questo secondo annuncio di passione: “Il Figlio dell'Uomo viene consegnato”. È la prima volta che si parla di consegna.

È una parola chiave per comprendere la passione di Gesù e tutta la sua vicenda. Egli si sta muovendo nella direzione della “consegna di sé”. Al momento estremo, ma nel loro cuore anche i più vicini a lui, si sentirà dire: “Salva te stesso” ... Egli, invece, in quell’ultima sera offrendo il pane e il vino dirà:

...questo è il mio corpo, per voi”

questo è il mio sangue, per voi”.

Il brano presenta un’ulteriore forma avversativa: “Essi però non capirono queste parole e avevano timore di interrogarlo”.

L'evangelista crea una sospensione. Nei cuori circolano molti pensieri:

Non dobbiamo dargli corda, altrimenti chissà dove andremo a finire.

È proprio fissato sulla tragedia. Possibile che non si riesca a rovesciare la situazione al positivo!

Se accade davvero quello che dice che ne sarà delle nostre speranze di cambiamento? Dei nostri buoni progetti di riscatto? … meglio soprassedere. Affronteremo la questione quando questo clima depressivo sarà passato”

L'evangelista vuole far comprendere qualcosa di paradossale che, ahimè, continua a ripetersi nella storia delle comunità cristiane: Gesù fa problema ai suoi.

La seconda parte avviene in casa.

Simbolicamente, secondo Marco, è il luogo della comunità dei discepoli e delle discepole.

I discepoli sono interpellati per la seconda volta. Precedentemente. erano stati interrogati a Cesarea di Filippo: “Voi chi dite che io sia. Per Gesù, il discepolo che comprende che il posto principale è l'ultimo posto, è il discepolo che concretamente lo confessa come il Cristo!

Essi tacevano”. Un'altra volta Gesù incontrò una barriera di silenzio. Fu sempre a Cafarnao quando, di sabato, in sinagoga, chiese ai presenti se era lecito o meno guarire uno di sabato.

A questo punto l'intervento di Gesù assume tutta l'enfasi di una dichiarazione solenne. Marco sottolinea ciò presentandocelo nella postura di seduto: “Sedutosi.

É l'espressione quasi tecnica in cui la comunità delle origini riconosceva in Gesù il suo Maestro e Signore nell'atto di dare la sua Parola di Vita. Quando una dichiarazione è preceduta dall'indicazione di questa postura del corpo, è come se si volesse richiamare l'attenzione su elementi di estrema importanza, assolutamente fondanti e irrinunciabili.

Ora le parole s'intrecciano con i gesti.

Prendere un bambino e metterlo al centro significa fare di ciò che il bambino rappresenta il criterio di riferimento per tutte le relazioni. Il bambino è assolutamente privo di qualsiasi potere sugli altri. Non può vantare diritti. È radicalmente l'esatto opposto a qualsiasi idea di dominio.

Gesù abbraccia il bambino: prima di proporlo agli altri, assume, cioè fa suo questo criterio del non potere. Egli non vuole dominare su nessuno! E arriva a dire che persino il Padre si trova all'opposto di ogni volontà di potenza e di dominio. “Chi accoglie uno di questi... accoglie me...accoglie colui che mi ha mandato”. Questo è lo stile di Dio secondo Gesù.

Salmo 53

Dio, per il tuo nome salvami,

per la tua potenza rendimi giustizia.

Dio, ascolta la mia preghiera,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Poiché stranieri contro di me sono insorti

e prepotenti insidiano la mia vita;

non pongono Dio davanti ai loro occhi.

Ecco, Dio è il mio aiuto,

il Signore sostiene la mia vita.

Ti offrirò un sacrificio spontaneo,

loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.

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