A tre giorni dalla catastrofe provocata da Dana nella regione di Valencia, che ha provocato finora oltre 200 morti, continuano senza sosta le ricerche dei dispersi, il cui numero resta ancora imprecisato. L'emergenza resta alta dopo che circa 366.000 abitanti di una ventina di municipi sono ancora senza acqua potabile mentre 50.000 sono al buio.
Terra Santa, niente pellegrini e tanta povertà. Hani al-Hayek, ministro del Turismo e dei Beni culturali dello Stato palestinese, racconta la drammatica situazione economica in cui versano gli abitanti soprattutto di Betlemme e Gerusalemme a causa della guerra che sta bloccando i pellegrinaggi. Almeno 12000 operatori turistici sono stati licenziati, a Betlemme hanno perso il lavoro almeno 6000 impiegati del turismo ricettivo.
Ancora
vittime per i disordini post-elettorali In Mozambico. Non si placa la
protesta dopo i risultati che il 9 ottobre scorso hanno dato la
vittoria al Frelimo, al potere da 49 anni. Finora 11 le vittime e
oltre 50 i feriti, più di 450 persone sono state arrestate a margine
delle proteste che si sono diffuse in tutto il Paese.
Una vita
intera, per una persona media, non basta per produrre tante emissioni
di carbonio quante ne producono i miliardari in soli 90 minuti. Le
emissioni dei più ricchi alimentino disuguaglianze globali
devastanti, minacciando intere popolazioni.
L'inquinamento atmosferico a Lahore, la seconda città del Pakistan, ha raggiunto il massimo storico, più di 80 volte il livello ritenuto accettabile dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sette fiumi che attraversano la riserva indigena Yanomami, nell'Amazzonia brasiliana, sono risultati altamente contaminati dal mercurio, metallo tossico per l'uomo e per l'ambiente utilizzato illegalmente per l'estrazione dell'oro da parte di minatori abusivi attivi nella regione.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Aiutaci a custodire la speranza
Venti giovani oncologi provenienti da varie regioni del Paese hanno conseguito il mese scorso il diploma finale del primo Corso di umanizzazione della Scuola Cipomo (Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri). divenendo gli “apripista” di una medicina che vede non solo nel curare ma nel “prendersi cura” la vera ragione del proprio esistere.
Un appartamento per i detenuti a fine pena che escono dal carcere e hanno bisogno di un posto dove abitare e iniziare a ricostruirsi una vita. È Casa Mimosa, inaugurata nel condominio solidale Corelli gestito da Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze.
Al termine del loro noviziato, domani, alle ore 18,00, nella Chiesa delle Stimmate, Piazza Cittadella – Verona, Giuseppe, Ilia e Francesco emetteranno la loro prima professione religiosa nella Congregazione degli Stimmatini.
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…
Signore Dio, amante degli uomini e delle donne, la tua amorevolezza è sorgente di ogni vita e non c'è altro dio all'infuori di te: il tuo Spirito ci doni la grazia dell'ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano al primato dell'amore per te e per ogni essere
Dt 6,2-6 Eb 7,23-28
Mc 12, 28-34
Si
avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo
di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è:
“Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;
amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo
è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è
altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse:
«Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non
vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con
tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come
se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo
che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei
lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di
interrogarlo.
***
Cerchiamo di cogliere il messaggio di questo testo a partire dalla cornice entro cui è collocato. In questa sezione, che inizia con l'ingresso di Gesù in Gerusalemme e prepara la narrazione della passione, il racconto riferisce del momento di massima tensione tra Gesù e le categorie dei rappresentanti ufficiali della società del suo tempo.
Durante l'ingresso in Gerusalemme il popolo proclama: Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide. Osanna nel più alto dei cieli.
La chiusura dell'inclusione la troviamo immediatamente dopo il nostro brano dove Gesù ridimensiona l’importanza di Davide; si smarca da lui. Gesù non ha mai desiderato realizzare il Regno di Dio alla maniera di Davide!
È all'interno di questa parte del racconto evangelico, si consuma la tensione tra Gesù e i rappresentanti ufficiali della sua società e della religione.
In un primo momento, i farisei e gli erodiani, per coglierlo in fallo, lo provocano sul terreno della politica: È lecito pagare il tributo a Cesare?...
Poi, è la volta degli aristocratici sadducei, su una questione di carattere dottrinale: C'è o non c'è una risurrezione? Un mondo altro? Sono loro a farsi avanti con la parabola trabocchetto della vedova dei sette mariti. Ma egli ribadisce che il loro modo di vedere l'altro mondo non è che una proiezione dei loro interessi terreni.
Infine, lo scriba del nostro brano.
Qui il soggetto che entra in scena, appartiene alla categoria degli scribi, che potremmo paragonare ai teologi di professione. Lo scriba, a motivo della sua competenza, ha molto a che fare con le Scritture. Anche il dialogo che intrattiene con Gesù rivela questo suo specifico ambito in cui è specializzato.
Tuttavia, non si appressa a Gesù per metterlo alla prova come tutti gli altri; lui è interessato ad approfondire.
Il testo inizia con un significativo “Si avvicinò a lui”. È un avvicinamento che esprime un desiderio di condivisione o quanto meno di ricerca, un desiderio di approfondimento. Come teologo di professione sente che una religiosità che si sostiene dalla mera esecuzione di prescrizioni non sta in piedi, o meglio, non è all’altezza di occupare le esigenze del cuore umano.
Qual è il primo dei comandamenti, tanto a dire, qual è quella Parola religiosa che riscalda il cuore, quella Parola religiosa che alimenta il mio essere credente nella fiducia; quella Parola religiosa che illumina i momenti bui della vita; qual è la Parola religiosa che sostiene le speranze? La questione da lui posta è radicale: chiede che cosa deve essere considerato come assolutamente prioritario. Per lui è decisivo cogliere il punto focale per collocare tutto il resto al suo vero posto. È questione vitale! Questo scriba è sinceramente in ricerca. È attratto dalle parole di Gesù. Vuole saperne di più, vuole confrontarsi con lui, non intende confliggere con lui.
In altre parole, è un teologo di professione che vuole andare oltre la sua professione, perché la fede non è questione di mettere bene in riga un pacchetto di verità o di regole. La fede è questione di coinvolgimento e ogni coinvolgimento è AMORE.
“Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
Cita il testo del Deuteronomio (prima lettura). La scrittura non dice fai questo, non fare quello ecc. ma semplicemente “Ascolta”; non è l’organo dell’azione, la mano, ad essere chiamata in causa, ma l’orecchio. L’ascolto, il prestare ascolto e attenzione è tipico di chi si sente attratto per qualcosa e vuole andare oltre l’abitudinarietà perciò ogni ascolto smuove tutta l’anima, cioè la vita in tutte le sue componenti; tutto il cuore, la coscienza nella sua capacità di compiere scelte di valore etico; tutta la mente, cioè nell’evolversi come visione sempre più profonda e completa delle cose e infine, da ultimo, tutte le forze, vale a dire il modo di agire concreto.
Ma tutto questo ha il suo esito concreto; la sua verifica, se gli stessi atteggiamenti raggiungono anche le relazioni con gli altri, altrimenti ci siamo semplicemente raccontati di essere bravi!
Lo scriba ha finalmente trovato ciò che cercava. Ora è davvero un teologo che è riuscito ad andare oltre il suo mestiere: è un credente!
Nel Vangelo di Marco Gesù inizia la sua vita pubblica dichiarando che “il Regno di Dio è vicino”. Questo scriba, che si è avvicinato a Gesù, non è lontano dal regno di Dio, lo sta per incontrare.
Qui, evidentemente ci troviamo di fronte ad un bivio: come tutte le domande, anche le risposte possono essere differenti. Se ad essere interrogato fosse stato un altro: un maestro della legge, un erodiano, o un sadduceo avrebbe dato la medesima risposta di Gesù? Non è detto!
I farisei, gli erodiani, i sadducei e quelli della casta sacerdotale avrebbero risposto che prima di tutto occorre sostenere il sistema, altri avrebbero puntato sull’economia. Gesù è consapevole che può esserci una religiosità che si fonda sull'egoismo. Gesù e lo scriba concordano sul primato dell'amore perché amare non è uno dei tanti doveri ma un modo di essere davanti a Dio e davanti agli altri.
Gesù e lo scriba si trovano in sintonia con la più genuina tradizione profetica. Lo scriba nell’affermare che l’amore “Vale più di tutti gli olocausti e sacrifici”, cita il profeta Amos e il profeta Osea:
“Anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo” - Amos 5, 22
“Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti” - Osea 6,6
Nel Regno, cioè nella visione delle cose secondo Gesù, non è possibile una religiosità, un rapporto con Dio, che in nome di Dio escluda e non ami e non si curi dell'umano.
Ancora una volta, e in modo esplicito, questi testi rivelano il volto dell'umanissimo Dio di Gesù Cristo.
Salmo 17
Ti
amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio
liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio
scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore,
degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il
Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia
salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra
fedele al suo consacrato.