Ricordiamo davanti a te, o Signore
Repubblica Democratica del Congo, centinaia di vittime in una settimana di violenza a Goma. Continua l’offensiva dei ribelli. Secondo le stime dell’Onu dall’inizio dell’avanzata, domenica scorsa, nella città del Nord Kivu sono registrati 700 morti e 2800 feriti
Nicaragua, prelevate da tre monasteri oltre 30 suore clarisse. Nel Paese dell'America Latina prosegue la repressione del dissenso. Nel maggio 2023 le autorità di Managua avevano sciolto l’Associazione delle suore clarisse francescane. E negli ultimi anni diverse congregazioni religiose di suore sono state parzialmente o totalmente espulse.
Myanmar, una nazione sfinita e sfigurata dalla guerra. Nell’anniversario del golpe che il 1° febbraio del 2021 ha rovesciato il governo democraticamente eletto, il Paese del sud-est asiatico è tra i luoghi più violenti del mondo, con circa 15 milioni di persone che soffriranno la fame nel corso del 2025.
Cisgiordania, Jenin. Il parroco riferisce che popolo è stanco di violenza ma continua a fidarsi di Dio. Nato a Nazaret, arrivato in Cisgiordania lo scorso agosto, padre Amer racconta la difficile situazione nella città sotto attacco dell'esercito israeliano. Le persone stanno cercando riparo nei villaggi limitrofi ma non si sentono sicure da nessuna parte. "La chiusura dei check point obbliga ad allungare i percorsi di ore, non c'è lavoro, cerchiamo di aiutare come possiamo. La fede ancora ci sostiene"
Algeria: nuova ondata di arresti e condanne di dissidenti. In manette una trentina di persone. Alcuni degli attivisti tornati in carcere erano stati graziati dal presidente a novembre.
Kenia. Reclutati attraverso i social media giovani rifugiati tra i 15 e i 24 anni. Poi il viaggio attraverso Uganda e Sud Sudan o dall’Etiopia in Sudan. Nei centri libici le torture per estorcere denaro alle famiglie. Chi non può pagare viene venduto ad altre milizie e in alcuni casi destinato all’espianto di organi.
Strage al mercato in Sudan, 54 morti sotto un bombardamento. Decine i feriti in ospedale dove mancano barelle e teli mortuari.
Caracas, le donne dei detenuti politici denunciano 50 sparizioni.
Il rappresentante di Washington nel Paese sudamericano Gabriel Escobar è stato convocato dopo che il Brasile ha giudicato "degradanate" il trattamento riservato ai migranti riportati a casa in manette.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison
Aiutaci a custodire la speranza
Onu, oltre 376.000 persone sono tornate nel nord di Gaza. Riapre valico Rafah. i primi ad attraversare sono 50 bambini malati e feriti e 61 accompagnatori.
Annunciati i vincitori del Premio Zayed per la Fratellanza umana. Il Primo ministro delle Barbados Mia Mottley, l'inventore quindicenne Heman Bekele e l'ONG World Central Kitchen sono stati selezionati per l'edizione 2025 del Premio, ispirato alla Dichiarazione congiunta firmata nel 2019 da Papa Francesco e dal Grande imam el-Tayyeb. Il riconoscimento all'impegno per arginare i danni del cambiamento climatico, alla sperimentazione nel campo di prevenzione dei tumori, all'aiuto umanitario alla popolazione di Gaza.
"InClasse": combattere la povertà educativa creando cittadini consapevoli. Maggiore integrazione tra scuola, lavoro e società, insieme alla promozione dei valori di sostenibilità ambientale sono tra gli obiettivi delle iniziative della Fondazione Articolo 49.
Nasce un'alleanza per sostenere i bambini vittime delle guerre. A Roma, oggi 2 febbraio, prenderà il via "Alliance Unbroken Kids" con l'obiettivo di mettere in campo valide azioni di supporto materiale e psicologico. Partner dell'iniziativa sono la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, la Fondazione Unbroken e la Fondazione 5P Europe.
Presentato a Roma il grande progetto 'Prendersi cura. Una famiglia per ogni comunità' ideato dal Consiglio dei giovani del Mediterraneo e dalla Rete Mare Nostrum.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito, motu proprio, 31 onorificenze al merito della Repubblica Italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per attività volte a favorire il dialogo tra i popoli, contrastare la violenza di genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l’aiuto alle persone detenute in carcere, per la solidarietà, per la scelta di una vita nel volontariato, per attività in favore dell'inclusione sociale, del diritto alla salute e per atti di eroismo
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo
Dio nostro, Padre della luce, tu hai inviato nel mondo il tuo Figlio, Parola fatta carne, per mostrarti a noi. Invia ora il tuo Spirito santo, affinché possiamo incontrare Gesù Cristo
in questa parola che viene da te, affinché lo conosciamo più intensamente e conoscendolo lo amiamo più totalmente. Amen
Ml 3,1-4 Eb2,14-18
Lc 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
***
È un testo che viene proclamato nella festa del 2 febbraio: 40 giorni dopo il natale la Chiesa celebra l'incontro del Signore col suo popolo.
Sullo sfondo la presentazione di Gesù al tempio. Gesù viene inserito nella vita del suo popolo.
40 giorni dalla nascita e 450 dall'annuncio a Zaccaria fanno 490 giorni, cioè pari alle 70 settimane di cui parla il profeta Daniele. Ma Daniele parla, non tanto della presentazione quanto piuttosto della purificazione del tempio (Dn. 9, 24). In altre parole, ci parla di un compimento: il tempio è il luogo dell'incontro di Dio col suo popolo, ora la pienezza dell'incontro avviene in questo bimbo, figlio di poveri. Talmente poveri da offrire quanto è possibile ai nullatenenti, cioè una coppia di tortore o di giovani colombi.
Luca guarda al tempio con positività: qui, nel bimbo che giunge al tempio portato dai suoi genitori le parole profetiche diventano piene di realtà. Il passato si compie nel presente e annuncia il futuro.
Il quadretto di Simeone ed Anna, nella sua semplicità rappresenta due personaggi che escono dall’ombra per rendere “testimonianza pubblica” a Gesù. Dal punto di vista dell'evangelista, prefigurano il ministero della profezia nella comunità dei discepoli e delle discepole di Gesù, ministero che, appunto, rende pubblica testimonianza a Gesù. Forse Luca vuole anche dire che nella comunità cristiana, la profezia è maschile e femminile. In filigrana, dietro la testimonianza di Simeone ed Anna, possiamo intravedere la testimonianza della Chiesa primitiva. Comunità di discepoli e discepole che non appartengono a qualche gruppo sociale ben identificato; anch’essi vivono nei sotterranei della storia. Eppure sono chiamati a rendere testimonianza a Gesù.
Un po’ tutto il Vangelo dell’infanzia di Luca è formato da personaggi che escono dall’ombra. Si tratta di persone che non sono protagoniste, ma gente umile, socialmente irrilevante; situazioni di periferia come Zaccaria, Elisabetta, Maria, i pastori… mentre altri invece appaiono in primissimo piano sulla scena della storia dei grandi come Erode, Cesare Augusto.
Luca ci vuole dire che, a differenza dei poteri mondani, Dio fa storia con i piccoli e i poveri. Il suo agire non dipende dalla forza, dalla ricchezza, dal potere d’influenza o dal prestigio, ma unicamente dall’azione dello Spirito, ovvero la forza del suo amore per l’umanità e per ogni essere.
Al centro della scena vediamo l’abbraccio: il vecchio Simeone prende tra le braccia il Bambino alla presenza di Maria, la Madre, che raccoglie gli eventi per custodirli nella meditazione.
L’incontro avviene mentre i due stanno andando verso il tempio. Il tempio, il vecchio ed il bambino: L’antico (testamento) e il nuovo (testamento) si incontrano nella gioia, non si scontrano! “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza…”. Quel bambino è la pienezza che il sistema templare ha preparato.
Ora, sulle labbra di Simeone affiora un carme le cui parole sono probabilmente raccolte da un cantico di preghiera della Chiesa primitiva, composto da citazioni profetiche del primo testamento:
“…allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà; perché la bocca del Signore ha parlato.” Is. 40,5
“…perciò ti farò luce delle nazioni, perché la mia salvezza raggiunga l’estremità della terra.” Is. 49, 6
“Allora le nazioni vedranno la tua giustizia e tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore pronuncerà”.
Is. 62,2
La differenza però tra queste citazioni ed le parole di Simeone è che il suo cantico non usa i verbi al futuro come nei testi profetici, ma al passato: il compimento è avvenuto.
Cosa può dire a noi questa scena molto particolare?
A mio modo di vedere, troviamo qui una traccia della preghiera cristiana:
tutto avviene sotto l’azione dello Spirito (i personaggi parlano e agiscono mossi dallo Spirito santo)
l’azione di Dio viene colta nel presente: “Ora lascia perché i miei occhi…”. La preghiera consente al credente di discernere l’azione di Dio nel concreto della vita.
C’è molta tenerezza ed accoglienza del vecchio nei confronti del bambino. La preghiera è il luogo dove il rapporto con Cristo si carica di ammirazione ed affetto. Il tutto non si limita a considerazioni intellettuali o teologiche sul compimento delle scritture, ma “lo prese tra le braccia”. Lo Spirito che suscita la preghiera ci porta ad amare Gesù. Il vangelo non va solo compreso ma anche amato, riscaldato, pregato e celebrato.
Quella di Simeone è preghiera contemplativa del cristiano adulto “anziano” perché vede nella realtà piccola di un bambino ciò che normalmente i grandi della storia, con il cinismo del loro arrogante potere non si riescono a vedere per tutti in un bambino la salvezza ossia la via per diventare pienamente umani. Per quanti, come Simeone, Anna e i genitori di Gesù, entrano in questa visione, s’accende una nuova luce sull’esperienza. Chi invece fa affidamento sulla forza del dominio, della ricchezza, del prevaricare e impoverire gli altri (quanti sono gli esempi dei nostri giorni che si potrebbero citare!) rimane nelle tenebre della disumanità. È per questo motivo che nel cantico Simeone parla di “luce per illuminare le genti”. Incontrare Gesù, il Vangelo, significa aprirsi alla luce che umanizza il mondo. Oggi è la festa della luce (la candelora).
Sullo sfondo Maria, la Madre, ovvero la Chiesa, che medita, custodisce e patisce nel cuore. Nelle profondità della fede-fiducia la Chiesa, comunità di discepoli e discepole del Signore, attinge alla riserva del vangelo che porta dentro di lei per annunciare e testimoniare un Dio che, in Gesù, salva, libera, guarisce, perdona e ama l’umanità con la forza dell’onnidebolezza del bambino.
Sal 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.