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domenica 3 maggio 2020
Meditazione quarta domenica di Pasqua
Meditazione quarta domenica di
Pasqua
Care Sorelle e Fratelli,
come state? La voglia di incontrarci è davvero grande benché abbiamo mantenuto
i contatti, grazie ai mezzi della moderna tecnologia.
La
curva epidemiologica si sta abbassando. Ciò significa che le misure per
contrastare il contagio hanno funzionato. Dobbiamo pure riconoscere il senso di
responsabilità della gran parte degli Italiani che hanno saputo sacrificare
molte esigenze di libertà personale per il bene di tutti. Forse si è sulla
strada di comprendere che non può realizzarsi alcun bene personale se si
prescinde dal bene e dalla sicurezza di tutta la Comunità Umana. Chissà che
questa vicenda non aiuti a compiere un salto di qualità culturale per assumere
nuovi e più equi criteri di vita...Rimane ancora molta strada da percorrere ma,
se lo vogliamo, il percorso è tracciato e chiaro davanti a noi. Del resto, chi
si è particolarmente speso per aiutare i cittadini a superare l'attacco della
pandemia, il Comitato tecnico scientifico e chi in questo momento ci governa,
raccomanda di non abbassare la guardia. Se la curva del contagio dovesse
risalire, sarebbe una vera catastrofe sotto ogni punto di vista. È questo il
motivo che a Sezano continuiamo a seguire rigorosamente la via prudenziale
anche se, come dicevo, il desiderio di incontrarci è davvero grande. Non
celebreremo e non ci incontreremo finché il Paese non sarà messo in sicurezza
anche se venissero ammesse le celebrazioni nel rispetto di alcuni parametri.
Del resto un periodo di “digiuno eucaristico” e di intensificazione della
spiritualità non guastano affatto. Il desiderio ci permette di crescere in una
preghiera, in una comunione e in una fraternità davvero forti.
Evidentemente
tutto ciò non è una passeggiata. Come non comprendere la fatica e il timore
delle famiglie e del loro futuro davanti a una crisi che renderà tutti più
poveri?
Comprendo
le preoccupazioni di chi lavora e ancor di più di chi perde il lavoro.
Comprendo le preoccupazioni di chi fa impresa. Non comprendo però alcuni toni
aggressivi, come se la pandemia fosse voluta da qualcuno o come se non si
volessero prendere soluzioni che, a detta di alcuni, sembrano a portata di mano
solo che non c'è la capacità o la buona volontà di attuarle. Ci sono
atteggiamenti infantili da parte di alcuni protagonisti del mondo economico e
politico. Sembra che il denaro e il potere debbano continuare ad essere gli
idoli cui sacrificare vittime umane per far andare avanti il mondo.
Non
comprendo infine l'intervento della segreteria della CEI. In questi giorni, di
fronte a ciò, ho provato sentimenti di amarezza, le considerazioni che si
possono fare sono molte, forse troppe, sia sul piano sociopolitico come sotto
il profilo teologico. Si rimane basiti come uomini certamente non sprovveduti
possano arrivare a sragionare fino a tal punto. Quelle dichiarazioni sembrano
parole dette ai figli da un padre che ha alzato il gomito. Sono fuori tema!
Sollevare la questione del “diritto alla libertà di culto” quando il problema
non è la persecuzione contro la Chiesa cattolica ma sconfiggere il contagio del
Coronavirus è come prendere a cannonate le farfalle. Non ha caso qualche
vescovo ha fatto sentire il suo dissenso. In effetti la “segreteria della CEI”
non è l'espressione dei Vescovi, ma un ufficio che dovrebbe far funzionare i
lavori della Cei e che qualche volta, come in questo caso, si prende delle
libertà improprie. Verrebbe da pensare che qualche monsignoruncolo abbia già
preparato in ante prima la dichiarazione, magari sotto pressione ( ?), visto la
tempestività della reazione al discorso del Presidente del Consiglio. Il
sospetto viene da sé, ma lasciamo d altri le dietrologie. Fatto sta che i
nemici di Papa Francesco e coloro che non vedono l'ora di dare una spallata al
governo vanno a nozze...
Nel
discorso del Buon Pastore di questa domenica Gesù ci dice di stare attenti da
quegli uomini di religione che non guardano al bene della gente ma al loro
tornaconto in termini di potere, di rilevanza sociale e di affermazione di sé.
Forse qualcuno è disturbato dal fatto che in questi tempi di Coronavirus molte
persone hanno saputo pregare e coltivare una relazione profonda, libera e amica
col Signore e la sua Parola anche al di là dell'aspetto liturgico.
A qualcuno potrebbe venire in mente che la
ministerialità gerarchica è si importante, ma non è tutto e soprattutto non
prioritaria rispetto alla fede e al Vangelo...
Mi
è giunta una simpatica vignetta: Il Diavolo, con sorriso beffardo, rivolgendosi
a Dio gli dice: “ Con il Coronavirus ti ho fatto chiudere le chiese!”- Di tutta
risposta, Dio, incorniciato nel famoso triangolo, dice: “Al contrario, ne ho
aperta una in ogni casa”!
Ringraziamo
il Signore perché, anche nel cuore dell'istituzione, non manca il pastore
buono, che aiuta il Pastore Gesù a condurre le pecore verso i pascoli della libertà
e dell'amore.
Il 28 aprile, nel corso della celebrazione
della messa nella cappella di Santa Marta, Papa Francesco ha esplicitamente
pregato con poche, limpide e potentissime parole: “In questo tempo, nel
quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena,
preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della
prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”.
Nella Chiesa c'è molta
autoreferenzialità, ma molte persone, discepoli e discepole del Signore,
religiosi, religiose, preti e vescovi sanno spendersi con amore e cura
l'umanità.
Tu solo, o Signore, sei il pastore che ci conduce al largo: Tu solo
sei via e porta di libertà e di salvezza: Signore, guardaci da tutti i ladri e
mercenari. Amen
Atti
2, 14a. 36-41 1Pt. 2, 20b -25
Gv.
10, 1-10
Gesù disse:
«In
verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla
porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra
dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore
ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le
conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a
esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece
non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli
estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non
capirono di che cosa parlava loro.
Allora
Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta
delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti;
ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso
di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il
ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto
perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
***
Il capitolo 10 di Giovanni è
preceduto dal testo della guarigione del cieco nato: Gesù aiuta ad aprire gli
occhi (= apre la coscienza), mentre chi presume di vedere, di controllare e di
possedere la verità lascia le persone nella cecità e si acceca lui stesso.
È
seguito dal racconto della presenza di Gesù a Gerusalemme, durante la festa
della dedicazione del tempio : Gv. nota che era d'inverno. In questo
modo fa comprendere che c'è una religiosità di freddezza, di morte, senza
amore, che si oppone a quanto Gesù vuole dare, ovvero pienezza di vita.
Possiamo
dire che la narrazione è strutturata secondo due elementi spaziali:
1) l'ovile (l'atrio, il recinto, il cortile....)
2) la porta.
Nel primo, per parlare dell'ovile
Gv. Usa un termine che nell'Antico Testamento indicava lo spazio della tenda
della convocazione oppure gli ambienti di palazzo quindi, per gli uditori di
Gesù, secondo Giovanni, il pensiero correva all'atrio del tempio.
Questi
riferimenti, richiamano l'attenzione a un altro termine: “fuori”(
condurre fuori ).
Gesù parla di un nuovo spazio in cui fare
l'esperienza di Dio: non più sotto un una religiosità in cui perfino Dio viene
controllato da chi ritiene di avere il monopolio della verità, ma in una
situazione di nuova libertà e nell'amore leale.
In
questa prima parete, il pastore viene contrapposto a coloro mantengono con le
pecore un rapporto di sfruttamento.
Costoro
si muovono con inganno (arrampicandosi) per sottrarre alle persone ciò che
spetta loro per diritto, perciò vengono qualificati come ladri e briganti.
Gesù sta parlando dei leader
religiosi. Dominano sugli altri attraverso una religiosità dai molti doveri. È
il rischio di ogni religione, compresa la nostra, se non rispetta l'umano nel
suo rapporto unico e amoroso con Dio.
Gesù
conduce fuori dall'incubo di queste pastoie religiose sostituendo l'oppressione
religiosa con una relazione di reciproca e intima conoscenza personale e di
amore leale.
Leale, nel senso che non c'è
alcun altro fine oltre l'amore; nessun altro scopo oltre il permettere che le
persone siano o diventino quello che sono. Attraverso questo modo di relazionarsi, Gesù
si manifesta come datore di vita.
Secondo la prassi pastorizia del Vicino
Oriente, affluivano all'ovile parecchie greggi per trascorrervi la notte, sotto
la custodia di un guardiano stipendiato dai diversi proprietari delle greggi.
Al sopraggiungere del giorno, ogni pastore
proprietario si reca all'ovile per riprendersi il suo gregge e condurlo fuori,
al pascolo. Le pecore, come del resto tutti gli animali che vivono e lavorano
con l'uomo, riconoscono la voce del padrone da un segno o da una parola particolare.
Riferita al sistema religioso,
questa linguaggio parabolico dice appunto che le imposizioni, i dogmi, le regole di non danno nutrimento alle pecore ma le
trattengono al chiuso. Tale comportamento è spiegabile solo in vista della
macellazione. In altre parole quella religiosità non dà vita, ma la toglie.
Gesù manifesta un Dio che è per la vita e per la libertà, perché l'amore, per
essere tale, deve essere libero e non costretto.
La
seconda parte è caratterizzata dalla simbologia della porta. La porta è uno
spazio di passaggio. In questo modo Gesù afferma molto chiaramente che
attraverso di lui può avvenire un cambiamento, un passaggio: da un mondo
chiuso, bloccato, dall'aria irrespirabile, buono solo a preparare la morte a un
mondo aperto dove ci si nutre di libertà ( andare e venire), dove si
respira vita perché esclude
l'oppressione, il dover essere, la costrizione ecc. Anzi, il testo originale
dice che in questo spazio nuovo uno si troverà salvato.
A
me piace considerare il trovarsi salvato nel senso di sentire custodita
l'integrità di sé.
Qui
l'attività dei ladri viene indicata con i verbi rubare, uccidere e distruggere.
L'azione espressa nell'agire omicida è detta con l'espressione sacrificare. È
un verbo legato alla liturgia sacrificale del tempio. Gesù mette sotto accusa
un'adorazione che, per riverire Dio, umilia l'uomo. Gesù invece compie delle azioni in cui Dio viene
glorificato nell'Uomo Vivente.
Salmo
22
Il
Signore è il mio pastore:
non
manco di nulla.
In
pascoli di erbe verdeggianti
mi
fa riposare
ad
acque quiete mi conduce.
Ricrea la mia vita.
Mi
guida per il giusto sentiero
per
amore del suo Nome.
Se anche vado nell'oscura valle
della morte,
non
temo alcun male,
Il
tuo bastone e la tua verga
mi
consolano e tu sei con me.
Per me imbandisci una tavola
di
fronte ai miei nemici
di
olio profumato cospargi il mio capo
il
mio calice è inebriante.
Bontà e amore mi accompagneranno
tutti
i giorni della mia vita
abiterò
ancora nella dimora del Signore
per giorni senza fine.
Prendi
a cuore, o Signore, le angosce dell'umanità
·
Per la pandemia, in Amazzonia, in un anno il
disboscamento è cresciuto del 280 per cento ed è ripresa l’estrazione mineraria
clandestina”. E il Covid-19 colpisce di più gli indigeni, “che hanno basse
difese immunitarie” e i poveri, “perché gli ospedali pubblici hanno solo 7
letti ogni 100 mila persone”.
·
Il 43% delle principali sentenze
della Corte europea dei diritti dell’uomo dell’ultimo decennio non è ancora
stato eseguito. Un problema enorme in termini di rispetto dei diritti umani,
dato che la Corte è considerata lo strumento più importante per la promozione
della democrazia nel Vecchio Continente.
·
Dall’inizio dell’emergenza
coronavirus i riders stanno consegnando a domicilio medicine, sushi, spesa,
pizze. Mentre gran parte dei cittadini è chiuso in casa, con la raccomandazione
di uscire il meno possibile, i ciclofattorini svolgono un servizio di pubblica
utilità. Non sempre però lavorano in condizioni di sicurezza.
Non
spegniamo la lampada della speranza
·
In Libia il generale che
controlla le forze militari della Cirenaica, Khalifa Haftar, ha annunciato la
“cessazione delle operazioni militari" durante il Ramadan.
·
200.000 persone si sono collegate
via web per seguire la 15esima edizione della cerimonia di Combattenti per
la pace, l'organizzazione che riunisce israeliani e palestinesi che
rifiutano la logica della violenza, promuovendo la conoscenza e l'ascolto
reciproci.
·
Su iniziativa della Commissione
Europea, Italia, Francia, Germania e Norvegia insieme al Consiglio Europeo
annunciano un piano di cooperazione globale per la ricerca di un vaccino contro
il Covid-19.