Meditazione XVIII domenica B - Monastero del Bene Comune

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lunedì 2 agosto 2021

Meditazione XVIII domenica B

 Meditazione XVIIIa domenica B

Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • Roghi e alluvioni continuano a caratterizzare questa stagione estiva in varie parti del mondo. Ultima emergenza in Afghanistan, già alle prese con lo scontro tra talebani e governo di Kabul e con il Covid, con decine di vittime a causa delle forti piogge.

  • Emergenza maltempo anche in Bangladesh dove le piogge monsoniche si sono abbattute sui campi di rifugiati birmani di etnia Rohingya. Invece la Cina aggiorna a 99 il numero dei morti causati dalle piogge torrenziali dei giorni scorsi. Al contrario il gran caldo continua a causare incendi nell’area mediterranea. I roghi si sono sviluppati soprattutto in Turchia, anche in Sicilia e in Sardegna. 

  • Giovedì, 29
    luglio, è stato il giorno del Sovrasfruttamento della Terra a livello globale. La data risulta anticipata rispetto all'anno scorso. Da ieri gli abitanti del Pianeta sono entrati in debito con la loro casa comune, di cui consumano terreno, acqua, prodotti, risorse minerarie oltre le sue disponibilità.

  • Naufragio migranti. Ci sono almeno 20 donne e 2 bambini tra le 57 vittime del naufragio avvenuto a largo della Libia.

  • Egitto: Un tribunale egiziano ha condannato a morte 24 membri della confraternita dei Fratelli musulmani accusati di aver ucciso alcuni agenti di polizia.

  • In Etiopia la guerra nel Tigray si sta estendendo alle regioni limitrofe.

  • Tunisia: il presidente scioglie il governo e sospende il parlamento. Mezzi militari hanno circondato la sede del parlamento e quella della tv nazionale. Il presidente ha messo in atto un colpo di stato.

  • Giornata internazionale contro la tratta. Sarebbero oltre 40 milioni, nel mondo, le vittime di tratta o sfruttamento costrette in condizioni di schiavitù.

  • Sono stati ritrovati più di 867mila frammenti umani bruciati in 7 centri di sterminio in Messico.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire la speranza

  • Grazie per la serata vissuta assieme ai nostri fratelli musulmani di Verona per ricordare p. Paolo Dall’Oglio a 8 anni da suo rapimento e tutti gli scomparsi. In loro ricordo si vivono momenti di dialogo comune e di speranza di una nuova fraternità tra donne e uomini di fedi differenti.

  • Il cardinale ghanese, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, intervenuto al pre-vertice dell’Onu sui Sistemi Alimentari in corso a Roma, ha invitato, per aumentare la produzione di cibo, a valorizzare i piccoli produttori indigeni e tradizionali.

  • A Mestre una formula innovativa per accompagnare gli anziani. Si tratta dei "Centri Don Vecchi", abitati da comunità di persone che si mettono a disposizione gli uni degli altri. Sulla terraferma veneziana ne esistono sette. "Il progetto fa scuola da anni e rappresenta un modello per un sistema di welfare in grado di rispondere alle nuove povertà generate dall’emergenza Covid".

  • L'orchestra dei braccianti in concerto contro lo sfruttamento. Il linguaggio della musica per sensibilizzare sui temi del caporalato e dello sfruttamento lavorativo. Composta da nove elementi provenienti da cinque paesi diversi, si esibita ieri 31 luglio a Mola di Bari.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis

***

Cristo, tu sai il dramma del pane: tutta la vita si gioca sul pane. Si può essere sazi e non liberi, come si può essere liberi e affamati. Signore, dona sempre libertà e pane. Amen


Es 16, 2-4. 12-25 Ef 4, 17. 20-24

Gv 6, 24-35

24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”.

26 Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.

27 Procuratevi (operate) non il cibo che perisce, ma quello che dura (che rimane) per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.

28 Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”. 29 Gesù rispose: “Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato”.

30 Allora gli dissero: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?

31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. 32 Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;

33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dá la vita al mondo”.

34 Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”.

35 Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.

***

Il racconto mette in risalto la meravigliosa capacità di Gesù di passare dalla figura alla realtà. Come ad esempio nel dialogo con la Samaritana dove dall’acqua che disseta, attraverso una serie di suggestioni e domande, Gesù giunge a parlare dell’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Seguendo il vangelo di Gv. occorre abituarsi a questi rimandi che vanno oltre la materialità degli elementi.

La gente è già soddisfatta per aver riempito lo stomaco. Se fosse per le folle, si chiuderebbe qui la partita e tornerebbe a sottomettersi come prima.

Oggi noi potremmo dire: Basta avere una sicurezza, da mangiare, da bere e da divertirsi; basta che ognuno si occupi dei fatti suoi; basta perfino avere una religione di regole che ci garantisce di essere dalla parte giusta… In fondo, si può vivere nella comunità e nella società senza amore, senza dignità, senza libertà, senza un progetto di bene! Perché no?

Al centro di tutto c’è il “proprio star bene”, tutto in funzione dell’io. In altre parole, si tratta di una forma di vita incapace di atteggiamenti interiori quali la compassione, il rispetto, la fraternità, la comunione, la solidarietà ecc.

Si fa dipendere la vita dai beni che ci diano garanzie. Ma questa non è Vita (con la V maiuscola), ma vita gestita dalla paura di perdere, dalla paura della morte. Allora di che pane-nutrimento ha bisogno la vita della gente? È l’appiattimento la prima forma di male che Gesù vuole scardinare.

27 Procuratevi (operate) non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.

Il cibo che Gesù darà e che nessun altro può donare è l’amore per l'uomo non il suo sfruttamento o la sua strumentalizzazione. L'amore che sta nel seno stesso di Dio (il sigillo), quello trinitario, ovvero l’essere l’uno per l’altro, l’amore fa spazio all’altro e che permette all’altro di entrare a far parte della propria vita. Quindi il pane che egli dona è la capacità di amare, ossia di vivere come lui (questa qualità di vita è vita eterna). Ecco la libertà che ci manca e a cui nessun altro esodo riesce a condurci.

28 Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”. 29 Gesù rispose: “Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato”.

A questo punto credono che occorra “fare delle cose”. È l’equivoco di sempre: credere di riuscire ad amare senza assimilare l’amore. Credere di avere forza senza mangiare. La prima cosa da fare è invece aderire all’amore; assimilare il pane, dare adesione a Gesù, ossia dichiarare nel proprio intimo che la sua è la via della verità. Il resto viene di conseguenza.

30 Allora gli dissero: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. 32 Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.

Credere, aderire a colui che Dio ha mandato significa riconoscerlo come Messia, ovvero colui che porta avanti le cose secondo Dio. Ovviamente chiedono a Gesù le credenziali. Ciò dà occasione a Gv. di stabilire un parallelismo di confronto di qualità tra una liberazione basata su strutture, seppure religiose, frutto dell’iniziativa umana e l’iniziativa di Dio. Il confronto è stabilito attraverso due forme di alimento: la manna e il pane dato da Gesù. Secondo la tradizione rabbinica, infatti, la manna è paragonabile alla Legge, vero alimento del popolo. Secondo Gv., la legge non è cattiva ma non è in grado di comunicare la capacita di amare l'umanità. Non è cioè in grado di collocarci in quella dimensione di vita nella quale ci colloca Gesù.

C’è insomma una diversità tra l’alimento dei “nostri padri” e il cibo che dà “il Padre”. Il pane che viene dal cielo è quello vero.

Qui il pensiero segue una serie di affermazioni incalzanti. Il pane del cielo è quello vero, ovvero capace di dare vita perché DISCENDE. Non si tratta ovviamente i un movimento spaziale ma della Kenosi, dell’amore che si dona abbassandosi. Ed è esattamente questo che fa la differenza con tutti gli altri pani: chi non discende domina, quindi non ama, non serve, non eleva. Gesù si abbassa. È solo in virtù di questo abbassamento che comunica l’amore e con l’amore la capacità di amare.

34 Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. 35 Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.


Ormai, quanto fino a questo punto è stato detto ha preparato la dichiarazione solenne: “Io sono il pane della vita”; il segno è ormai assorbito nella realtà.

Dietro le parole di Gesù s’intravede una presa di posizione pari all’auto presentazione di Dio nell’antico testamento: Io sono. Il popolo che nel deserto ha attraversato la prova della fame e della sete, simbolo dell’umanità che nel suo radicale bisogno di salvazione ha fame e sete di amore leale, trova qui il termine del suo peregrinare, della sua ricerca.

Salmo 77

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.

Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo.

L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.

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