Siamo qui a pregarti, Signore
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori.
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi.
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore, perdonaci, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza,
non sia fatta la nostra volontà,
non abbandonarci al nostro agire!
Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza!
Fermaci, Signore!
Amen.
Prenditi cura di noi, Signore: Kyrie eleison
In questi momenti, donaci di coltivare i segni di speranza
Oggi in Russia il coraggio ha il volto di Marina Ovsyannikova.
Lunedì 14 marzo Marina, dipendente della televisione di stato russa, è comparsa all’improvviso nello studio del principale telegiornale serale. La donna si è messa alle spalle della conduttrice del notiziario e ha esposto lo striscione, dove era scritto: "NO ALLA GUERRA. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, qua vi dicono bugie".
Un
colloquio in cui si è parlato di crisi ucraina, aiuti umanitari,
negoziati. E pace giusta. Papa
Francesco e Kirill si sono parlati: «Le parti hanno
sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in
corso, esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più
presto
di una pace giusta», ha affermato in particolar modo il Patriarcato
di Mosca in merito alla colloquio avvenuto.
Anche
i piccoli centri in Italia accolgono i profughi ucraini
Si allarga
a macchia d’olio e capillarmente l’accoglienza dei profughi
dell'Ucraina. Mobilitati anche i piccoli centri abitati come Cerchio,
nell’Abruzzo marsicano, che ha accolto oltre 50 ragazzi e adulti.
Il sindaco Gianfranco Tedeschi: è la cosa più bella che ho fatto in
tanti anni da amministratore
Libertà e pace fra tutti i popoli contro ogni forma di discriminazione razziale. È quello che hanno cantato e recitato con delle poesie 24 minori stranieri non accompagnati di 4 comunità di Palermo e provincia dentro l'aula consiliare di Palazzo delle Aquile.
Non è ancora il risultato pieno che il Sud del mondo attende da quel 2 ottobre 2020 quando Sudafrica e India cominciarono la “battaglia dei brevetti” alla Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Tuttavia, il passo che sblocca oltre diciotto mesi di stallo, «Il maggiore compiuto finora» è stato raggiunto: una sorta di pre-accordo – ancora provvisorio e in via di ultimazione – sulla sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti-Covid.
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che non rinunciano alla speranza, a te la lode e la gloria, Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo
Tutto ebbe inizio dal deserto, da un rogo che ardeva senza consumarsi: Dio, gli oppressi del mondo ora sono un oceano: che il roveto continui ad ardere e tu continui a parlarci dalle fiamme e a dire che di nuovo hai ascoltato il grido dei tuoi poveri e sei sceso a liberarli. Amen
Es 3,1-8.13-15 1Cor 10,1-6.10-12
Lc 13,1-9
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
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Il brano si introduce con una coordinata temporale che ricollega il la situazione ad un momento precedente: “In quello stesso tempo”. Il termine usato dall'evangelista esprime un concetto di tempo che non corrisponde ad una sequenza cronologica ma ad un momento di valore: qualcosa che fa pensare ad un momento significativo, il tempo opportuno ecc.
Anche il momento precedente, a cui il nostro testo si riferisce, rimarca la stessa prospettiva. Infatti, dopo che Gesù ha dichiarato di essere causa di dissenso anche all'interno di uno stesso nucleo familiare – se in una famiglia vi saranno cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre...- invita i suoi uditori a saper passare dalla lettura dei tempi delle stagioni alla lettura del significato di questo tempo (ton kairon): che significato può avere questo tempo se, accogliendo l'annuncio e il messaggio di Gesù, ti trovi ad essere motivo di dissenso perfino all'interno delle tue relazioni affettive? Questa è la premessa che ci aiuta a comprendere il testo di Lc. 13, 1-9.
Il brano si sviluppa intorno ai due riferimenti tragici: la strage perpetrata da Pilato contro un gruppo di Galilei e il crollo di una torre su un gruppo di gente. Ciò offre a Gesù l'occasione di sollevare degli interrogativi e di formulare una dichiarazione sorprendente: “Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”.
La seconda parte è costituita da una parabola che, in buona sostanza, concentra l'attenzione sempre sull'opportunità del tempo come possibilità di orientare la propria esperienza in termini di cambiamento fruttuoso.
Quanto segue, il racconto di guarigione di una donna curva, in giorno di sabato, esplicita come debba intendersi una conversione significativa e fruttuosa.
I due episodi di cronaca riportati, si concludono con la morte tragica. Nel primo, ciò accade per volontà di un potente, Pilato. Nel secondo, si tratta di un cedimento strutturale di un edificio, anch'esso causa di morte tragica. A detta di Gesù, non ci sono dietrologie morali da tirare in campo. Quello che emerge è che ciascuna delle due vicende si conclude con una catastrofe che lascia in tutti un senso di sgomento.
È del tutto inutile arrampicarsi sugli specchi per individuare colpe personali delle vittime. Anzi, questa è una pessima abitudine perché, attribuendo, alla colpa degli uni o al demerito degli altri la causa delle loro sventure, impedisce di aprire gli occhi sulla propria situazione di vita spenta, tutta appiattita sui soliti stereotipi ed è refrattaria al cambiamento – conversione.
La parabola del fico è molto eloquente a tale proposito. Forse si tratta di un albero di shiqmah, albero che cresce nella bassa Galilea. Il suo frutto fa parte dell'alimentazione della povera gente. L'albero può raggiungere anche i dodici metri di altezza e il suo legno, dicono, che venisse utilizzato presso gli egiziani per custodire le mummie.
Non dare frutto, cioè non alimentare la gente, non servire a nessuno, non esprimere liberazione verso gli altri è una tragedia, è catastrofico. È diventare legno secco utile solo alle mummie. Non entrare nel tempo opportuno del cambiamento equivale a perire.
In effetti, come s’è detto, il testo che segue ci parla della guarigione nel giorno di sabato di una donna curva da diciotto anni. Il capo della sinagoga reagisce perché questa guarigione doveva avvenire in un altro giorno, non di sabato! È una regola religiosa sacrosanta quella del rispetto del sabato. Se poi il terapeuta, non lo sappiamo esattamente, è ricorso anche alla massoterapia, ai massaggi, ha esercitato un vero lavoro, cosa assolutamente proibita da Dio e dalla sua legge!
Insomma, per Gesù consiste questo il non dare frutto, non cogliere che il cambiamento conversione significa ridare vita e dignità alle persone, rimetterle in piedi. Impedire il bene degli altri magari in nome di una regola o di una visione religiosa è perire miseramente!
Se non optiamo per il cambiamento radicale di mentalità secondo il vangelo, siamo già morti. Quel capo di sinagoga che impedisce ad una persona di rimettersi in piedi in nome di regole ammuffite, seppure religiose, è già sepolto proprio come quei diciotto che sono stati travolti dal crollo della torre.
Quindi, la dichiarazione di Gesù, - se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo – è ben lungi dal minacciare la rovina se non ci si decide a mettere la testa a posto. Nelle sue parole e nella sua azione dobbiamo intendere ben altro: Se non uscite di testa, se non prendete congedo da questo perbenismo religioso che toglie la vita alla gente, siete delle mummie.
Salmo 102
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.
Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.