Ricordiamo davanti a te, o Signore
L’escalation del conflitto in Libano ha generato centinaia di migliaia di sfollati: più di 400.000 bambini hanno dovuto lasciare le proprie case nelle ultime tre settimane.
La Croce Rossa ha lanciato l'allarme sul rapido aumento della grave malnutrizione infantile nel nord-est della Nigeria. In un anno, il numero di bambini finiti nelle cliniche della Croce Rossa per grave malnutrizione nel nord-est nigeriano è passato da 6.842 a 8.470.
Il "fallimento" dei dialoghi di pace tra il governo colombiano e i dissidenti delle estinte Farc ha fatto aumentare "drammaticamente" il tasso di deforestazione in Amazzonia.
Il Consiglio per le relazioni con l'Islam nato nel 2015 per progettare insieme al Ministero dell'Interno iniziative nelle scuole, percorsi di formazione nello spirito della Costituzione italiana, incontri tra giovani musulmani e non, ha presentato in blocco le dimissioni perchè da oltre un anno sono stati sospesi gli incontri.
Il laboratorio autogestito Paratodos ha annunciato con una lettera aperta la chiusura dell'edificio noto come Ghibellin Fuggiasco, dove sono ospitati circa 40 lavoratori migranti che non riescono a trovare una casa. Con il suo messaggio, Paratodos ha lanciato un appello alle istituzioni locali per dare alloggio a chi presto si troverà senza un tetto.
Aumenta la povertà alimentare in Italia, nel 2023 quasi 5 milioni di italiani non aveva un pasto completo ogni due giorni. Roma, Palermo e Catania sono le città con maggior numero di persone che richiedono i pacchi alimentari.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Aiutaci a custodire la speranza
Rientrano tutti i migranti trasferiti in Albania. La sezione immigrazione del Tribunale di Roma ha stabilito che le 12 persone portate nel centro di Gjder debbano essere condotte al Cara di Bari-Polese perchè i Paesi dai quali fuggivano non erano sicuri, per questo non dovevano essere trasferiti in Albania.
A Quinzano, frazione di Verona, nel grande complesso edilizio composto da un ex villa padronale con terreno ed altri edifici attigui. L’intera struttura è di proprietà dell'ICISS, un’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza in stato d’abbandono da 20 anni. Qui si sono dati appuntamento associazioni, movimenti e cittadini per ripulire lo spazio e creare un'occasione di riflessione e confronto sugli spazi pubblici abbandonati e sulla questione abitativa, che riguarda soprattutto chi è in condizioni marginalità o fragilità e, in particolare, i per 40 migranti (lavoratori regolari) attualmente ospiti del Ghibellin fuggiasco che stanno per rimanere senza casa.
Sabato si sono incontrati a Sezano i consiglieri, gli assessori e il sindaco della lista civica "Valdagno bene comune". La nuova amministrazione comunale ha come riferimento le linee guida dell'Economia del bene comune e dell'Economia di Francesco. Auguriamo loro di realizzare politiche per il bene comune degli abitanti e dell'ambiente sostenendoli con la nostra amicizia e solidarietà.
Il governo dell'Honduras ha iniziato a restituire le terre alla comunità Garifuna, popolazione di origini africane, caraibiche e arabe che vive a Punta Piedra. La riconsegna era stata ordinata dalla Corte interamericana dei diritti umani in una sentenza del 2015. "Oggi è un giorno storico, perché da nove anni aspettiamo che inizi questo processo di sanificazione, di restituzione"
Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…
Dio di tenerezza, tu vieni a fare di noi gli umili del Vangelo. Noi vorremmo tanto comprendere che il meglio si costruisce attraverso una fiducia tanto semplice che anche un bambino la può comprendere. Amen
Is. 53,2-11 Eb. 4, 14-16
Mc. 10, 35-45
Si
avvicinarono a Dio Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo,
dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti
chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per
voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Dio disse loro: «Voi
non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o
essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli
risposero: «Lo possiamo». E Dio disse loro: «Il calice che io
bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato
anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia
sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato
preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a
indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Dio li chiamò a sé e
disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i
governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le
opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande
tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi
sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è
venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti»
Il testo della prima lettura segna il punto d’arrivo di una persona che nella sua vita è stato attraversato dalla sofferenza. Nella sua drammaticità, questa figura risulta davvero sconcertante perché, a differenza di altre vicende che hanno conosciuto una conclusione a lieto fine, il Servo Sofferente di Jhwh alla fine muore; sofferenza e morte, vale a dire fallimento. La stranezza consiste nel fatto che la Parola di Dio vede nella sua vicenda una via di salvezza. La parola profetica ci introduce sulla via del paradosso: la salvezza nel fallimento.
L’autore sacro non nasconde l’aspetto scandaloso che occorre superare per entrare nella logica di Dio, presenta dunque due linee interpretative:
il fallito è uno che ha percorso un cammino sbagliato. È uno da lasciar perdere, un disgraziato, cioè una vita senza grazia in quanto si svolge al di fuori dell’agire divino.
Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini di “sottoprodotti di umanità”: uomini e donne marchiati dall’ignoranza, dalla marginalità, dallo scarto, dalla devianza. Sono quelle persone che non le facciamo entrare spontaneamente nelle nostre relazioni umane. Tuttalpiù le consideriamo oggetto di beneficenza. Persone che anche nella Chiesa, nelle nostre Comunità e persino nelle nostre famiglie non godono di alcuna considerazione. Loro potrebbero anche non esistere che tanto fa lo stesso.
l’altra linea interpretativa, quella nuova e audace conforme alla parola profetica, è che queste persone fanno da specchio alle nostre storture.
C’è un’ingiustizia che le ha generate: la nostra ingiustizia. C’è una violenza che ha prodotto tanta sofferenza: la nostra violenza. C’è un’offesa che le ha umiliate: la nostra prepotenza.
Allora, se sappiamo guardare loro con occhi sinceri, le loro ferite diventano occasione per farci desistere dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla superbia che offende ed emargina; diventano la nostra guarigione, la guarigione di tutti. “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”.
Il soffrire del servo e di tutti i servi della storia non è un fallimento ma un servizio, il servizio che fa da specchio per la nostra conversione.
Questa figura, il Servo di Jhwh, che può essere un personaggio, un profeta o addirittura tutta la Comunità del popolo che ha conosciuto la sofferenza e l’umiliazione dell’esilio…è una realtà con la quale Gesù di Nazareth si è intensamente confrontato ed identificato.
Alcuni versetti che precedono il nostro brano evangelico riferiscono quanto egli disse ai discepoli circa il suo andare a Dio: là mi uccideranno, mi rinnegheranno, mi disprezzeranno ecc. poche pennellate per dire che il suo cammino è quello del Servo.
Ecco perché alla richiesta di stare alla destra e alla sinistra nel momento del successo dei due “Boanèrghes” (figli del tuono) ossia di avere il controllo del potere, la risposta di Gesù è: “Voi non sapete quello che chiedete” proprio a fronte di ciò che sapete, “sapete infatti che i capi …dominano. Tra voi però non così!”
Tra voi vi sia il servizio come paradigma. Servizio non significa svolgere mansioni di bassa professionalità ma è quel modo di intendere la vita alla maniera del servo, vale a dire facendosi carico delle ferite e delle fatiche dell’umanità, per fare da specchio o per mettersi a disposizione del cammino della liberazione delle persone.
I grandi prendono la vita degli altri. I discepoli, invece, non vivono in funzione di sé ma danno vita, sostengono i più deboli, fanno crescere il Regno, si mettono a disposizione.
Come ogni domenica, noi vivremo intensamente e sacramentalmente il momento che ci spinge in questa direzione: prenderemo del pane e, facendo memoria viva di Dio, ripeteremo le sue parole: Mangiate tutti perché questo è il corpo (la persona) quello dato per voi.
Allora trovarsi alla destra e alla sinistra nel Regno, vale a dire, essere vicini o lontani da Dio, significa essere o non essere nel suo Regno, nel suo pensiero, nel suo modo di intendere le cose; trovarsi alla destra e alla sinistra dipende non da Gesù ma dall’ascolto dello Spirito di Dio che suscita in noi la decisione: dominare o servire?
Salmo 32
Retta
è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la
giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la
terra.
Ecco,
l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo
amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima
nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su
di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.