Meditazione - Domenica 6a C - Monastero del Bene Comune

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domenica 13 febbraio 2022

Meditazione - Domenica 6a C

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

In tutta Italia si commemora in questi giorni l'eccidio di migliaia di italiani nelle Foibe e l’esodo di 350mila giuliano-dalmati fuggiti dalle persecuzioni del regime comunista jugoslavo.

  • Continua ad essere preoccupante la situazione nella regione del Mozambico a causa della violenza armata dei gruppi islamici estremisti attivi nell'area. A Cabo Delgado si assiste al rapimento sistematico di persone nei villaggi e nei campi, soprattutto di donne e madri con i propri figli.

  • Il ciclone Ana, abbattutosi sul Malawi meridionale e centrale, il 24 gennaio, ha colpito 20 distretti del Paese su 28, interessando più di 870 mila persone e provocando lo sfollamento di 100 mila individui. Sarebbero 32 le morti accertate, 20 i dispersi e oltre 150 i feriti.

  • Dal 28 gennaio, circa 40 prigionieri politici in Algeria sono in sciopero della fame. Chiedono di essere liberati da una detenzione che giudicano illegale e arbitraria e invocano la cessazione della crescente persecuzione degli attivisti democratici accusati di “terrorismo.

  • Un giornalista è stato assassinato a colpi di arma da fuoco Messico, ed è il quinto reporter ucciso in simili circostanze nel Paese dall'inizio di quest'anno.

  • Il bilancio in Madagascar delle vittime di Batsirai, abbattutosi sull'isola la scorsa settimana, è salito oggi a 111 persone, con la maggior parte dei morti appartenenti ai distretti dove il ciclone tropicale ha raso al suolo le case.

  • Dodici persone sono state uccise in scontri tra pastori e contadini nel sud del Ciad, dove sono frequenti le dispute di natura etnica per l'uso della terra.

  • Sudan. Le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni a Khartoum per disperdere migliaia di manifestanti scesi in piazza per chiedere giustizia per i 79 morti nella repressione lanciata dalle forze militari dopo il golpe di ottobre.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • La tutela dell’ecosistema in Italia si fa diritto costituzionale. Non più produttività nel dispregio di salute e ambiente: il rispetto di ecosistema e biodiversità viene inserito nella Costituzione italiana.

  • A Dubai, a conclusione delle celebrazioni per la seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana, il segretario generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana parla dell’impegno dei membri dell’organismo, “di diverse fedi e scuole di pensiero” per un futuro fatto di “solidarietà, coesistenza e rispetto reciproco”.

  • È stato presentato a Roma l’Incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo che si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio.

  • La Fratelli tutti e il Sinodo saranno le basi di riferimento del convegno che, dopo due anni da quello di Bari, vedrà riunirsi a Firenze dal 23 al 27 febbraio, i sindaci insieme ai vescovi di 20 Paesi rivieraschi. Una novità significativa che sottolinea l’importanza di convergere - ambito ecclesiale e ambito civile - sul tema cruciale della cooperazione, del dialogo tra culture e civiltà, della convivenza pacifica.

  • Per la Giornata mondiale contro la tratta, una maratona di preghiera e riflessione è stata organizzata online dalla rete internazionale Talitha Kum. Tutto il mondo collegato per dire finalmente “no” a questa piaga dell’umanità. Testimonianze, dai cinque continenti, di donne che sono uscite dalla schiavitù ed esempi di buone pratiche per favorire una cultura dell'incontro.

  • Rilasciato in Nigeria un sacerdote rapito domenica scorsa. Don Joseph Shekari è stato liberato.

  • Cina: più facile accesso acqua pulita per famiglie rurali l'acqua 'amara' resterà un lontano ricordo

    Circa 9,75 milioni di residenti in alcune zone della Cina rurale che lottavano un tempo con falde acquifere ad alto contenuto di fluoruro, adesso hanno un facile accesso ad acque pulite.

   

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria in excelsis Deo


Vieni, Spirito, sui nostri piedi. Fa che non seguiamo mai i passi dei potenti, ma condividiamo il destino dei poveri perché si realizzi il tuo Regno di giustizia e di pace. Amen


Ger 17,5-8    1Cor 15,12. 16-20  


 Lc 6,17.20-26


17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla dei suoi discepoli e ne scelse dodici e gran moltitudine di gente di tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e Sidone.


20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

“Beati voi poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21 Beati voi che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi che ora piangete,

perché riderete.

22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.


24 Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già la vostra consolazione.

25 Guai a voi che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi che ora ridete,

perché sarete afflitti e piangerete.

26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.


Il testo inizia così: “Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla dei suoi discepoli e ne scelse dodici e gran moltitudine di gente di tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e Sidone”, il v. 17 offre lo scenario a questo discorso di Gesù. Egli si trova, per così dire, al centro di un anfiteatro naturale e, sugli spalti, categorie diverse di persone ascoltano la sua Parola perché essa è appunto destinata a tutti. Ci sono i discepoli, i dodici, quelli della Giudea e di Gerusalemme, ovvero i figli d’Israele; ma non sono assenti neppure coloro che appartengono al mondo extra biblico. Tra i presenti sappiamo esserci persone che provengono da Tiro e da Sidone, la zona del litorale abitata appunto da pagani. Questo clima di universalità conferisce al discorso un tono particolarmente solenne ed incisivo: quasi un proclama sul senso della storia e della vita che va ben oltre le esigenze di ordine etico. In altre parole, Gesù non sta semplicemente insegnando come comportarsi in rapporto alla povertà, la sofferenza ecc., egli sta annunciando l’avverarsi di un cambiamento!


Nelle sue parole, va colta la forza di una relazione diretta, immediata, che si viene a creare tra Gesù e la gente che l’ascolta. È possibile rilevare ciò soprattutto dalla forte accentuazione sul presente: “…beati gli aventi fame adesso…i piangenti adesso…”.

In effetti, mentre nel testo parallelo di Mt. di sapore comunitario e morale, oltre che più lungo (9 beatitudini e non 4) e privo del parallelismo antitetico di “guai”, qui il tono è profetico, vale a dire che intende offrire, qui ed ora, nuova luce e nuova forza a chi ascolta.

Nel testo di Luca, è come se Gesù partisse già da una situazione di fatto e quindi affermasse: “Voi, che siete in situazione di difficoltà, sappiate che si sta realizzando un cambiamento”. In questo senso il tono è più profetico che esortativo.


È profetico perché si richiama alla più genuina tradizione profetica. Isaia scrutando il disegno di Dio, così descrive i tempi messianici, ossia i tempi del cambiamento:

6 Preparerà il Signore degli eserciti

per tutti i popoli, su questo monte,

un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti,

di cibi succulenti, di vini raffinati.

7 Egli strapperà su questo monte

il velo che copriva la faccia di tutti i popoli

e la coltre che copriva tutte le genti.

8 Eliminerà la morte per sempre;

il Signore Dio asciugherà le lacrime

su ogni volto;

la condizione disonorevole del suo popolo

farà scomparire da tutto il paese,

poiché il Signore ha parlato. (Is. 25, 6-8).


È profetico perché ribalta la situazione. Il criterio di riuscita non è il vantaggio ma lo svantaggio. Nel modo di agire di Dio è più forte chi è debole, più vicino chi è lontano, più felice chi porta nel cuore delle sofferenze…. Non sono i singoli dettagli della povertà, del pianto o della mancanza di alimenti necessari a dover attirare l’attenzione quanto piuttosto la prospettiva di un cambiamento – rovesciamento. In sostanza quelle cose che prima chiamavamo garanzie non lo sono affatto e ciò che ci appariva come precarietà, insicurezza, fatica ecc. si rivela come una strada feconda. Un percorso positivo che fa maturare la verità delle cose.


È profetico in quanto offre un criterio che va “OLTRE” le evidenze. Gli specialisti parlano di tono “escatologico” per indicare qualcosa che riguarda la fine, ossia il senso ultimo, il fine, qualcosa insomma di definitivo. In parole povere potremmo dire che è escatologico in quanto ci educa a non fermarci a ciò che è dato per scontato; è profetico ed escatologico perché non consacra come definitivo lo status quo. Che cosa è scontato? Nel caso specifico, per esempio, è scontato credere che la felicità, la fortuna, la pace, la riuscita ecc. dimorino laddove tutto funziona bene; laddove siamo garantiti dalle cose che possediamo; dai risultati che otteniamo negli investimenti; dal successo che gli altri ci riconoscono ecc.


Le persone a cui è rivolta questa Parola, i poveri, i piangenti, gli affamati… sono simbolo ed espressione di chi si trova in difficoltà di fronte alla vita. La Parola delle beatitudini rivolta a costoro non vuole essere, ancora una volta, una puntuale sublimazione: per voi poveri, grazie alla vostra condizione, siete più disponibili ed aperti a Dio (come se in assenza di difficoltà fosse quasi fisiologico allontanarsene).


In realtà, il vangelo afferma che la povertà, la fatica, la situazione difficile ecc. possono diventare intrinsecamente il luogo di elaborazione del cambiamento!! Dall’interno delle contraddizioni si maturano nuovi orizzonti di umanità, nuovi orizzonti che nella predicazione di Gesù corrispondono al “Regno di Dio”. In effetti, chi sta bene, chi si sente a posto con le regole della morale religiosa, chi, insomma, vive nella sicurezza non vuole il cambiamento, ma il mantenimento del sistema.

I “Guai”, perciò, corrispondono invece all’altra faccia della medaglia. Esprimono il rammarico per coloro che si fermano allo scontato. Non sono parole di condanna, di minaccia, ma di disappunto per chi non sa andare “OLTRE” le evidenze, oltre ciò che appare nella superficie delle cose. Si potrebbe tradurli con la parola ahimè: “Ahimè per voi… perché non sapete quel che vi perdete…”.


C’è un’osservazione da fare a proposito della IVa beatitudine

22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. “


Ad essa, perfettamente in linea con la struttura del testo, corrisponde il IV° “guai”: “ 26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. “

Evidentemente Luca sta pensando alla prima generazione cristiana, quando il nome dei discepoli veniva espunto dalla lista della sinagoga (Assemblea Giudaica di Iamnia 80 d.C.), con tutto ciò che ne poteva conseguire in termini di emarginazione.

Tuttavia, qui i discepoli non soffrono la vessazione per un motivo generico, ma a “Causa del Figlio dell’Uomo”. Questo titolo, “Figlio dell’Uomo”, Gesù lo recupera dalla tradizione apocalittica del libro di Daniele (7,13). In realtà è un titolo che esprime un soggetto collettivo, vale a dire che non riguarda solamente la persona di Gesù ma che in Gesù si manifesta una nuova umanità, un nuovo modo di essere umani. Allora, essere messi al bando a causa del “Figlio dell’Uomo” significa anche essere messi al bando perché, seguendo il profeta Gesù, si lavora per un modo alternativo e nuovo di essere umani.

La situazione è molto concreta per la Chiesa: la sua condizione migliore non è quella di avere appoggi ma di essere posta ai margini. Stando nella condizione di marginalità, quindi di difficoltà di fronte alla vita, può sperimentare direttamente la condizione del “Figlio dell’Uomo”. Può fare le esperienze più stimolanti dal punto di vista della solidarietà (il regno di Dio è comunione e scambio di umanità) e dal punto di vista della evangelizzazione, scoprire che Gesù ed il suo messaggio vengono più considerati e presi sul serio da parte di chi si sente lontano piuttosto che dai consumatori del sacro e della religione.



Salmo 1


Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

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